Dalla Palestina all’Italia: un viaggio nel viaggio
“Il Mio Viaggio verso l’Italia“
Questo non è il solito articolo riguardo ai miei viaggi ma vuole essere uno spunto di riflessione per tutti noi che siamo abituati a spostarci liberamente nel mondo. Ci sono popoli e persone che non hanno la libertà di viaggiare e nemmeno di uscire di casa a fare la spesa oppure andare a lavorare. Ciò avviene in diverse parti del mondo ma oggi vorrei porre l’attenzione su un Paese che abbiamo visitato nell’agosto 2023 e che ci è rimasto nel cuore: la Palestina.
Pensate un po’ se uno dei paesi Europei che confina con l’Italia, ad esempio la Francia, decidesse di colonizzare la Lombardia…così da un giorno all’altro. Decidesse di costruire un muro insuperabile con telecamere ed esercito ogni chilometro, intorno a tutta la regione lombarda. Immaginate di potervi spostare da Milano a Bergamo passando per dei check-point controllati dall’esercito dove vi chiedono i documenti e vi controllano dalla testa ai piedi…e dove il tragitto da 1 ora diventa di 3 ore. Immaginate di non poter uscire di casa dopo le 17 perchè sparano bombe a gas, di non poter portare a scuola i bambini, di avere l’acqua 2 volte a settimana perchè è la Francia (nel mio esempio) a decidere quando potete lavarvi. Che cosa fareste? Sareste felici di tutta questa situazione? Di non poter più lavorare, di non poter più spostarvi, di non poter più uscire di casa, di non avere nemmeno un supporto psicologico in tutto questo.
E in tutto ciò il paese colonizzatore decide di far armare tutti i francesi e di dare loro la libertà di sparare agli italiani; e di costruire città nelle città protette da muri e ovviamente illegali nelle quali gli abitanti, francesi, posso uscire e spostarsi liberamente.
Che cosa provereste nei confronti dei francesi? Che ripeto essere solo di esempio in questo mio racconto. Che cosa desiderereste di più?
Questo è solo un esempio per comprendere meglio questo articolo che ho deciso di pubblicare, che va al di fuori dello standard del mio blog.
Vi invito a leggere qui sotto il racconto di viaggio di un ragazzo, 35 anni e guida turistica cristiana in Cisgiordania, che ha dovuto affrontare non poche difficoltà e ben 4 giorni per raggiungere l’Italia. Vorrei porre l’attenzione su questi 4 giorni di viaggio; noi italiani, in 4 giorni di viaggio dove andremmo? Neanche per raggiungere la lontana Polinesia occorre così tanto tempo!
Leggete qui sotto e riflettete.
<< Dal 7 ottobre 2023, Betlemme si è trasformata. Le strade, un tempo piene di vita e di pellegrini, giacciono deserte, eco della guerra che ha sottratto ogni speranza. Io, N., una volta orgogliosa guida turistica, mi trovo tra coloro che hanno perso tutto: il lavoro, la quotidianità, la normalità. La mia città, la mia vita, avvolte nell’ombra dell’assedio.
Cinque mesi di ombra, poi, un barlume: una chiamata da Don Rino, parroco di Recanati. Una possibilità, un filo di luce: viaggiare oltre i confini del mio mondo per parlare, per testimoniare la vita dei cristiani di Betlemme. Una missione che porta speranza, ma che sembra quasi impossibile.
Contatto il Consolato generale d’Italia a Ramallah, ma il destino sembra schierarsi contro: nessun visto per i palestinesi, secondo una richiesta del governo israeliano. L’unica via aperta sembra essere il Consolato generale della Spagna. Nonostante l’assedio, nonostante tutto, decido di tentare.
La strada per il consolato è un viaggio nel viaggio, una lotta contro il tempo e le barriere. Da Betlemme a Ramallah, poi all’ambasciata. Ogni passo, una sfida; ogni controllo, un ostacolo. Ma la speranza non muore, e con essa, la determinazione.
Il giorno del ritiro del visto, il mio cuore batte un ritmo speranzoso. Ricevere il visto, in tempi di guerra, è più di un semplice documento: è un passaporto per sogni mai accarezzati. L’Italia, la terra sognata, ora sembra a portata di mano.
L’Italia, con le sue storie, la sua cultura, i suoi paesaggi, è stata sempre un sogno, un luogo amato nei racconti dei turisti che ho guidato. Ora, questo sogno è vicino, quasi tangibile. Ma il viaggio è ancora lungo, pieno di incognite.
Il viaggio è un labirinto: da Betlemme a Gerico, da Gerico ad Amman, e da Amman a Barcellona con uno scalo di tre ore a Istanbul, e da Barcellona a Roma. Ogni tappa, un mondo; ogni confine, una storia. La frontiera israeliano-giordana, Allenby, è un rompicapo di burocrazia e paura, ma la determinazione è la mia guida.
Avevo molta paura perché, due giorni prima del mio viaggio, ci fu un attentato terroristico a sud di Betlemme e le strade furono completamente chiuse. Ero molto preoccupato di perdere il viaggio e di non poter realizzare il mio sogno. La paura dell’attentato, il terrore di vedere il sogno infranto. Ma il destino, questa volta, sceglie di essere clemente. Passo i controlli, supero le barriere, e finalmente, Amman mi accoglie in pace.
La storia che racconto non è solo un viaggio geografico, ma anche un viaggio interiore, una lotta tra la speranza e la disperazione, un cammino verso la libertà di esprimere, di essere, di vivere.
N. >>
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